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Marocco | ExpoTur Viaggi

Marocco

Marocco

Viaggio tra montagne, deserti e incantatori di serpenti!

“Ultima chiamata per il volo AT951 destinazione Casablanca”… Ragazzi si parte! Marocco sto arrivando!

Il mondo arabo mi ha sempre affascinata, ecco perchè ho accettato, senza pensarci, l’invito arrivato da un operatore per un viaggio in Marocco che partiva da Fes e, attraversando Erfoud e Ouarzazate, si sarebbe concluso nella mitica Marrakech.

Siamo arrivati a Fes, via Casablanca, a notte inoltrata e, diversamente da altri viaggi, l’impatto con l’hotel situato nella zona più moderna della città è stato molto positivo.

La mattina seguente, ancora assonnati e un po’ stanchi dal viaggio (sono partita alle 12:00 da Verona e 4 ore di attesa a Casablanca non sono passate per nulla in fretta!), siamo partiti per scoprire Fes e la sua “chiusissima” Medina.

Prima una vista dalla collina dove si trova il Museo delle Armi, per distinguere le 3 zone di Fes:

  • Fes el Bali o la Medina
  • Fes Jdid sede del quartiere ebraico
  • Ville Nouvelle, la parte più moderna ad opera dei francesi

Il punto nevralgico della città è senz’altro la Medina (dichiarata Patrimonio dell’Unesco): vicoli talmente stretti da essere percorsi solo a piedi, da muli o carretti caricati all’inverosimile di merce, che sfrecciano tra i turisti all’urlo di “Cuidado!” (attenzione!).

Come ogni Medina che si rispetti, nei vicoli si rincorrono colori e profumi di spezie provenienti dai souk, dove si espone merce di ogni tipo:dalle stoffe, al pesce, alla carne (ovina ma anche di dromedario), le spezie e anche sim e ricariche del cellulare… come in ogni medina che si rispetti, ecco le botteghe degli artigiani: falegnami e tessitori, lavoratori di rame e ottone. Mentre camminiamo tra i tortuosi vicoletti,tra le pareti ocra delle case troviamo un vicolo dipinto di celeste. Lo imbocchiamo e l’aroma di curcuma e di tè verde, lascia spazio ad un strano e non gradevolissimo odore: eccoci arrivati alle famose concerie di Fes.

Entriamo e saliamo ai piani alti di in una conceria,appunto, dove ci viene spiegato il procedimento della lavorazione della pelle: all’ingresso ci viene gentilmente offerto un rametto di menta per tamponare il fetore che sale dalle vasche… vi dirò che, dopo alcuni minuti, l’odore quasi non lo sento neanche più, tanto sono concentrata a guardare i conciatori immersi nelle vasche tutte colorate.

Non possiamo lasciare Fes senza una visita (seppur solo dall’esterno in quanto era in corso una celebrazione religiosa) alla sua attrazione principale: l’ Università di Qarawiyyin, fondata nell’ 859 da una giovane donna e considerata la più antica università del mondo.

L’indomani mattina lasciamo Fes, direzione Erfoud, attraverso la regione boscosa del Medio Atlante… Sì, avete letto bene… Boscosa!
Il Marocco non è solo deserto, e la prova ne è la cittadina di Ifrane: fondata dai francesi negli anni’30, è situata a 1.700mt d’altezza ed è una delle principali stazioni turistiche del Marocco. Ma non è solo l’ambiente circostante che ci ricorda i nostri “monti”:la stessa Ifrane è stata costruita sull’esempio delle località sciistiche europee…..insomma, sembra un pezzo di Svizzera ma collocata a 2.500km più a sud.

Abbandonato il pensiero di sci e racchette, ecco che dopo una mezz’oretta di bus, il paesaggio torna quello “aspettato”: distese brulle e rocciose e,ogni tanto, oasi e verdi palmeti. Iniziamo a capire di essere vicini al deserto, quando le tipiche case basse lasciano il posto a case e villaggi fortificati (nell’ordine, kasbah e xsar).

Arrivati in hotel, non abbiano nemmeno il tempo di lasciare le valigie, che 3 nuovissimi 4×4 ci stanno aspettando per portarci ad ammirare il tramonto nella magnifica cornice delle dune di Merzouga.

Il viaggio è tranquillo fino a quando non si imbocca il tragitto fuori-pista: da questo momento, sale un po’ di adrenalina perchè gli autisti si divertono a sfidarsi a colpi di derapate e di sorpassi (tutto nel limite del divertimento!).

Arriviamo ancora eccitati dal viaggio, al campo tendato che alcuni turisti utilizzeranno per la notte. Ed eccole davanti a noi ergersi eleganti le altissime dune di Merzouga, dall’inconfondibile colore aranciato, maestose ed eleganti.

Macchinette e telefoni già pronti e “caldi”, partiamo alla ricerca della duna migliore da cui goderci il tramonto;incontriamo un gruppo di inglesi più “pigri” di noi che si sono inoltrati nelle dune a dorso di dromedario,accompagnati da sedicenti “uomini blu” (i “touareg”) sorridenti e pronti a dare consigli o aiutare noi turisti a fare foto.

Camminare tra le dune non è proprio una passeggiata, ma lo spettacolo che offrono sole e deserto resettano immediatamente sudore e fiatone.

Il momento esatto in cui il sole è sceso per poi nascondersi, è diventato quasi mistico:tutti in silenzio e pochi a far foto,quasi rapiti e in trans da quell’istante, per poi risvegliarsi di colpo e iniziare il rientro verso la “base”.

Stanchi dal viaggio del mattino (e anche dall’insolita passeggiata), siamo rientrati in hotel, lo Xaluca Erfoud, una vecchia kasbah arredata con mobili e tessuti locali, dall’atmosfera molto accogliente.

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Dopo un sonno ristoratore, si parte di buon’ora verso la Hollywood del Marocco: Ourzazate!
Durante il viaggio osservo il tipico paesaggio del pre-deserto: distese aride e isolate alternate a palmeti e villaggi fortificati; lungo il percorso ci fermiamo a visitare le famose e spettacolari Gole di Todra, alte pareti calcaree dalle sfumature rosee, paradiso per climbers e trekkers (da qui si possono organizzare articolati itinerari anche di più giorni, raggiungendo anche le vicine gole di Dades). Eccoci arrivare poco prima di pranzo a destinazione: Ouarzazate e lo ksar di Ait Ben Haddou! Forse ai molti non dirà nulla, ma gli appassionati di Games of Throne o di cinema (soprattutto dei grandi cult del passato) avranno già visto sicuramente questo spettacolo di villaggio fortificato che svetta fra le distese desertiche rocciose dell’ Alto Atlante (?) e il fiume Ounila.

Rientriamo in hotel e dopo cena ci divertiamo a farci un po’ di foto vicino ai “cimeli” scenografici di alcuni film girati a Ouarzazate: la carrozza usata per adf afdkh e test teste teste weta.

Ultima sveglia all’alba e, soprattutto, ultimo trasferimento piuttosto “Impegnativo”: Marrakech ci aspetta tra circa 200km ( e ben 4 ore di bus), dopo un viaggio che ci porta fino al passo del Ticka a oltre 2.200mt ( e con una strada in via di rifacimento per agevolare per l’appunto in futuro, il viaggio da Ouarzazate a Marrakech).

Arriviamo nella mitica città rossa del Marocco che è ormai sera, ma i nostri appuntamenti non sono terminati! Check in in hotel, doccia veloce e pronti per la serata al mitico Chez Ali: una cena servita in tende tipiche, accompagnata da danze e balli da vari gruppi folkloristici marocchini. Finale in grande stile con uno spettacolo di cavalli e cavalieri e fuochi d’artificio.
Un po’ “commerciale” come esperienza (a pieno regime, il ristorante, che richiama un antico palazzo situato nel mezzo del palmeto di Marrakech, può ospitare fino a 700 persone) ma a mio parere, da fare.

La mattina seguente è dedicata ad una rapida visita di Marrakech, perchè poi al pomeriggio ci attendono le site inpection di 2 alberghi.
La prima attrazione che andiamo a visitare è il sito delle tombe Saadiane, situato a sud del Medina. Questo monumento funebre, che ospita per l’appunto le tombe dei rappresentanti della dinastia Sa’diana, risale al 16° secolo ma è stato scoperto solo negli anni ‘20; nel tempo, ha comunque mantenuto i colori e le magnifiche fattezze dell’epoca.
Splendida la sala delle 12 colonne composta per l’appunto da colonne di marmo italiano, stucchi dal tetto a volta e dalle porte di cedro finemente decorate.

Marrakech una città verde, ricca di verdi giardini in cui rifugiarsi durante le caldi estati, ma è anche un contenitore ricco di cose da fare e da vedere. Dopo una breve sosta ristoratrice al Cyber Park (che per inciso, è totalmente “coperto” da wifi gratuito offerto dalla locale compagnia telefonica), ci portiamo verso i protagonisti indiscussi tra le attrazioni della città: piazza Djem el Fna e il vicino souk. Il mio consiglio è quello di andare al mercato durante il giorno (chi non ha spirito di contrattazione, è meglio che non provi neanche a cimentarsi nell’acquisto) e fermarsi nella piazza al tramonto, quando il cielo diventa una tavolozza di colori ed è ancora più suggestivo ammirare gli incantatori di serpenti, i cantastorie, le chiromanti e tutto lo “strano” popolo che abita la piazza.
Marrakech però non è solo tradizione: negli ultimi anni, grazie anche al festival internazionale del cinema, è diventata una località cool e chic dove molti rappresentanti del jet set mondiale vengono a rifugiarsi per una breve “fuga”.

Ecco quindi sorgere locali alla moda, riad esclusivi, piccoli negozi di artigianato locale ma dalla rifinitura “europea”; e poi musei di tendenza come il nuovissimo museo dedicato a Yves Saint Laurent, inaugurato lo scorso ottobre a fianco degli splendidi Jardin Majorelle: il celebre stilista era innamorato di Marrakech, ed è stato fortemente influenzato da questa città, soprattutto nella ricerca e scelta dei colori.
Perchè non si può negare che questa città, e tutto i paese, ti entra “dentro”: con i colori, con gli odori e anche con i sorrisi della sua gente.
Non includete il Marocco tra le destinazioni “pericolose” (se volete sapere la mia idea in merito alla pericolosità o meno del paese, potete chiamarmi in agenzia senza problemi!).

Purtroppo questo paese porta sulle spalle il fardello di sbagliati preconcetti e stereotipi… sappiate però che, nonostante questo, vi sta aspettando assieme alla sua gente,a braccia aperte!

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